IN VIAGGIO TRA SÜDTIROL, AUSTRIA, FRIULI E VENETO

In questo articolo vi parlerò del mio viaggio in bicicletta tra Südtirol, Austria, Friuli Venezia Giulia e Veneto lungo un itinerario di 500 km che ho percorso in 5 giorni.

Quest’anno volevo tornare in Austria per continuare un’avventura che mi è rimasta nel cuore (e nelle gambe, potete leggerla qui ).  Sfruttando le giornate calde e soleggiate di luglio mi sono organizzato per percorrere la parte della Ciclovia dell’Alpe Adria che collega l’Austria all’Italia. 

SÜDTIROL-austria-italia

“Viaggio nuovo, percorso nuovo!” Quest’anno sono nuovamente in Austria per percorrere un itinerario diverso da quello dell’anno scorso, esplorando luoghi e paesaggi non ancora visti. L’unica eccezione è stata la tappa di Villach, un punto di passaggio obbligato per poter percorrere la bellissima Ciclovia dell’Alpe Adria nel tragitto di rientro in Italia. Questo tratto è particolarmente suggestivo perchè collega l’Austria alla regione della Carnia friulana.

550 km, 5 giorni, 2 stati e 6 città!

L’itinerario inizia a Brunico, nel Südtirol italiano, e tocca le città austriache di Lienz e Villach, per poi scendere in Italia a Gemona del Friuli, Treviso e infine Verona.

traccia dell'itinerario

Circa 550 km in 5 giorni, con una media di percorrenza tra gli 80 e i 130 km al giorno lungo piste ciclabili e strade secondarie.
Il percorso tra Brunico, Lienz e Villach è interamente percorribile su piste ciclabili così pure quello che da Villach mi ha portato a Gemona del Friuli potendo usufruire della Ciclovia Alpe Adria che connette Salisburgo a Grado.
Da Gemona del Friuli però ho deviato in direzione di Treviso lungo strade secondarie a basso traffico che attraversano le campagne del Triveneto orientale.
Poi nell’ultimo tratto da Treviso fino a Verona ho avuto l’occasione di percorrere alcuni tratti della famosa Ciclovia Treviso-Ostiglia.

Qualche dato e consiglio sulla pianificazione.

L’itinerario è stato scelto anche in funzione delle salite che avrei dovuto affrontare.
Percorrendolo in senso orario, come si può notare dal profilo altimetrico qui sotto,
le pendenze saranno quasi sempre favorevoli con salite davvero limitate sia per lunghezza sia per pendenza.

La tappa che mi ha favorito di più è stata sicuramente quella di Villach-Gemona del Friuli, con una pendenza del 2-4% in discesa per circa 50 km, che mi ha permesso di chiuderla in tempi rapidi al contrario di chi proveniva dall’Italia e che aveva da faticare un bel po’ fino al confine.

profilo altimetrico

Questo è un itinerario davvero adatto a tutti, dato che si sviluppa per gran parte su pista ciclabile e soprattutto il fondo e le pendenze non sono stati quasi mai un problema. Consiglio solo un pò di allenamento e soprattutto capacità di resistere allo stare in sella molte ore consecutive. 
Se interessati qui potete scaricare la traccia.

Per affrontare questa esperienza mi sono servito di borse da bikepackingun sistema leggero e adatto ai vari tipi di terreno che si possono incontrare durante un cicloviaggio (se vi chiedete se il bikepacking possa fare al caso vostro qui ne parliamo).
Chiaramente il bagaglio sarà più limitato rispetto a ciò che si può trasportare con il più tradizionale sistema di borse e portapacchi ma secondo la mia personale opinione il bikepacking è ottimo per trascorre 5 giorni in sella, soprattutto se si pernotta in strutture. Infatti quando si porta con sé dei 
vestiti, del cibo, acqua e qualche attrezzo di emergenzaè si ha tutto il necessario per affrontare qualunque gita a lunga percorrenza.

TRA SÜDTIROL E AUSTRIA

Giorno 1: Brunico – Lienz (83km)

Il mio viaggio inizia dalla stazione ferroviaria di Brunico che raggiungo intorno alle 10 di mattina dopo aver lasciato Verona alle prime luci dell’alba. Appena fuori dal paese mi ritrovo su una strada bianca all’ombra di conifere lungo il fiume Rienza.                                                                                                                                  

Nella mia lenta passeggiata verso il confine austriaco passo attraverso le località Valdaora e il suo lago, che si trovano in una zona collinare fatta di piccoli sali-scendi. Poi è la volta di Dobbiaco, caratterizzato invece da un terreno più pianeggiante.

 

Verso l’una del pomeriggio raggiungo San Candido, l’ultimo comune italiano prima dell’Austria. Nel centro storico del paesino pittoresco decido di fermarmi a pranzare prima di rimettermi in sella per Lienz.

Lasciato San Candido alle mie spalle non tardo a raggiungere il confine austriaco, segnalato da un cartello sulla ciclabile. La ciclopista mi porta a percorrere un itinerario lungo le sponde del fiume Drava nelle cui acque cerco rifugio dal caldo afoso.

Poco a poco raggiungo Lienz e poi Tristach, località pedemontana appena fuori il centro urbano dove mi aspetta il comodo letto della camera d’albergo. Poco dopo il mio arrivo un temporale estivo porta pioggia nella valle e mentre mi trovo al riparo della tenda nel porticato mangio la mia cena e mi godo lo scrosciare delle gocce d’acqua tutto intorno a me.

Giorno 2: Lienz – Villach (116km)

Il secondo giorno inizia molto presto e dopo una colazione abbondante carico i bagagli sulla bici e parto alla volta di Villach. Riprendo la ciclabile dal punto in cui ieri l’ho lasciata e proseguo lungo le sponde del fiume Drava con alla mia destra le imponenti Alpi Austriache le cui cime svettano dalle nubi.

L’asfalto cede il passo a una strada forestale che attraversa un macchia di verde e campi coltivati. Poi dopo alcuni chilometri riprendo il bitume e proseguo piano piano verso il fondo della valle che all’altezza di Sachsenburg si restringe e si immette nella valle che porta a Villach. Appena entrato nella nuova valle, dove il fiume Moll affluisce nel Drava, mi accorgo che è in arrivo un temporale da Obervellach che presto investirà tutta la vallata.

Il temporale che proviene da Obervellach


Non potendo fare altro per il momento,  proseguo e mi preparo al suo arrivo. Metto tutte le cose delicate al riparo nelle borse impermeabili e mi inizio a vestire con l’abbigliamento anti pioggia che ho portato con me.
Mentre pedalo sento che la tempesta si sta facendo sempre più vicina con vento che soffia più forte, gocce che cadono sempre più grandi e tuoni che riecheggiano sempre più rabbiosamente. A Spittal an der Drau vengo raggiunto dal temporale che mi costringe ad abbandonare la mia pedalata in favore del treno in modo da coprire gli ultimi 40 km che mi separano da Villach al riparo. Motivo? Pioggia troppo forte, piedi che si sono bagnati subito nonostante le coperture e più di un fulmine visto cadere nella stretta valle davanti a me. Avrei tentato volentieri di proseguire in bici ma con un temporale del genere all’opera non valeva la pena rischiare.


A Villach scendo dal treno e sotto una pioggia più clemente mi dirigo alla pensione poco fuori la città con la mia fidata bicicletta mentre il mio stomaco brontola sommessamente. Faccio il check-in nella struttura che mi ospita e poi mi dirigo a cercare una cena calorica in un fast food della zona. La missione di questa sera sarà mettere ad asciugare i vestiti e l’attrezzatura.

Dall’austria all’italia

Giorno 3: Villach – Gemona del Friuli (94km)

Finalmente è arrivato il momento di rientrare in Italia percorrendo il tratto di Ciclovia dell’Alpe Adria che collega Villach a Gemona del Friuli.

Dal meteo apprendo che nel pomeriggio potrebbe esserci un altro temporale tra le montagne e per questa ragione decido di partire presto per concludere la traversata nel minor tempo possibile senza fare troppe soste.

I primi chilometri fuori Villach sono su una pista ciclabile a tratti sterrata lungo il fiume Drava e quando si torna su asfalto inizia una salita dolce che mi porta poco a poco al confine con l’Italia.

La ciclovia dell'Alpe Adria attraversa il confine esattamente accanto alla dogana, dove camionette militari presiedono il passaggio.

Si tratta di una ciclabile molto ben fatta, con tanto di segnaletica e linea di mezzeria. Per via della qualità dell’infrastruttura e il paesaggio mozzafiato, i turisti che percorrono la Ciclovia dell’Alpe Adria ogni giorno sono tantissimi da entrambe le direzioni.

Raggiunto Tarvisio inizia una discesa in falso piano lunga quasi 40 km che mi porta molto rapidamente attraverso la Carnia. Via via che la valle si restringe i tunnel che attraversano i fianchi delle montagne iniziano ad abbondare e il percorso si fa sempre più panoramico.

Nel tratto finale il temporale mi raggiunge ma fortunatamente trovo riparo in una galleria e nel giro di una ventina di minuti mi supera lasciando nuovamente il cielo terso. La ciclabile poi si interrompe e così gli ultimi chilometri fino a Gemona li percorro su strada provinciale, la cui carreggiata è abbastanza larga da lasciare spazio a veicoli e ciclisti di convivere serenamente.
Arrivo a Gemona del Friuli con il bel tempo ma in giro si vedono i segni del passaggio di quel temporale che poco prima è passato sulla mia testa. Visito velocemente il centro storico e poi mi sistemo in hotel per riposare.

Giorno 4: Gemona del Friuli – Treviso (120km)

La quarta tappa del mio viaggio è un calvario nella Pianura Padana sotto un sole cocente in mezzo a nient’altro che campagna.
Attraversato il fiume Tagliamento, seguo l’itinerario della ciclovia Pedemontana (FVG3). Così la mattinata passa lentamente lungo questo percorso fatto di tornanti in salita e in discesa, attraverso le minuscole località isolate di Peonis, Cornino e Pinzano al Tagliamento.

Quando scendo a valle ormai è mezzodì e nel comune di Spilimbergo ha inizio la mia traversata della Pianura Padana, secca e battuta dal sole. Mentre mi addentro sempre più nella campagna le alpi sulla mia destra si fanno via via più lontane. 

Sono le ore più calde, quelle durante le quali passo per i diversi paesini e frazioni di campagna, cercando sempre nuova acqua fresca per scacciare l’orribile sensazione di caldo. A ogni chiesa che incontro mi fermo in cerca di una fontana da cui attingere acqua nuova.

A Fiume Veneto sfioro la provincina di Pordenone ma mantengo la rotta verso Treviso che inizia a farsi più vicina nelle ore del tardo pomeriggio.

In serata arrivo finalmente a Treviso. Lascio alcune cose in hotel e mi dedico a un tour rapido del centro storico e dei canali alimentati dal fiume Sile.

Penso che oggi sia stata la giornata più faticosa di tutte. La mattina sulla ciclovia pedemontana mi ha sottratto molto tempo ed energie, e il caldo poi che ho incontrato nelle ore pomeridiane è stato davvero tremendo. Con una gran voglia di mangiare qualcosa di esotico mi piazzo in un ristorante cinese a due passi dall’hotel e mi godo una bella cena orientale.

 
Giorno 5: Treviso – Verona (126km)

Oggi è l’ultimo giorno del mio viaggio. Il rientro a casa è previsto in serata. Davanti a me ci sono ancora un centinaio di chilometri abbondanti e il caldo della pianura. Parto presto la mattina e lascio la provincia di Treviso il più velocemente possibile per entrare prima in quella padovana e poi in quella vicentina lungo la ciclovia Treviso-Ostiglia. La ciclovia corre attraverso la campagna, all’ombra di alberi la cui ombra ripara dal sole cocente. Tuttavia inizio sin da subito a dover fare alcune deviazioni a causa degli alberi caduti a sbarramento. Purtroppo i temporali di luglio hanno rovesciato diversi alberi rendendo la ciclopista impraticabile per diversi chilometri.

Così a Piazzola sul Brenta, proprio dove si trova l’iconico ponte bianco della ciclabile, mi vedo costretto a trovare una strada alternativa e abbandonare definitivamente la ciclopista, resa impraticabile. Un vero peccato, ma ho avuto modo di saggiarne l’estrema praticità per un pò e devo dire che cercherò di percorrerla ancora in futuro se ne avrò l’occasione. 

La campagna si assomiglia un pò tutta ai miei occhi e pedalo a testa bassa tenendo a mente che questa sera sarò di nuovo a casa. 

Continuo a pedalare e raggiunto quello spazio di pianura che separa i colli euganei dai colli berici vengo sorpreso da un altro temporale che non mi permette di proseguire in sicurezza. Pertanto attendo che finisca di scaricare prima di ripartire. 

Con pazienza anche questo temporale nel giro di una mezz’ora passa e così riparto alla volta di Verona, che raggiungo sempre con il mio passo lento, appesantito dal bagaglio e dalle lunghe giornate trascorse in sella.

Attraverso le campagne della provincia est veronese e nel giro di qualche ora mi ritrovo sotto casa, stanco ma soddisfatto di questo viaggio.

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