La Bologna Montana Bike Area è una bike area nata all’interno dei comuni di Loiano, Monghidoro, Monzuno e San Benedetto Val di Sambro in provincia di Bologna.
Abbiamo intervistato Filippo Zironi, uno dei promotori e organizzatori dell’area, con lui abbiamo parlato di trailbuilding, cura del territorio e tanto altro.
Bologna Montana Bike Area è una realtà affermata e importante nel panorama del movimento MTB italiano, come è nata?
Tutto è nato agli inizi degli anni 2000 a Loiano quando i primi Riders e Free Riders hanno costruito le prime discese come la Dh.
Il BOM.Ba come Bike Area però nasce nel 2019 con lo scopo di prendere quello che era stato fatto negli anni in maniera poco chiara e improvvisata (ma comunque molto valida) e dare sia un ordine che rimettere tutto nei binari giusti dal punto di vista legale. In questo modo non solo i “local” e qualche appassionato ben informato poteva usufruire dei nostri bellissimi territori, ma anche tanti altri appassionati e turisti. Oltre a ciò il BOM.BA nasce con lo scopo di promuovere il ciclismo e la Mountain Bike a più gente possibile con eventi organizzati come la Alple 4 Free, la Dig ‘N’ Race e la All Inclusive.
Se volete saperne di più riguardo la manifestazione Dig ‘N’ Race vi lasciamo qui il link al nostro articolo.
Siete diventati anche una Bike Area riconosciuta e promossa dalle Istituzioni. Cosa piace del vostro “modello”?
Facendoci conoscere e facendo capire il nostro obiettivo di rivalutare questo magnifico territorio siamo riusciti ad avere l’approvazione della Regione Emilia Romagna e delle amministrazioni comunali. Inoltre collaboriamo con molte associazioni locali per il mantenimento sia del decoro urbano sia dei sentieri con l’obiettivo di far convivere al meglio uomo e ambiente.
Il vostro modello secondo te è esportabile e replicabile in altre parti d’Italia?
Si, abbiamo conosciuto molte realtà in Italia che vorrebbero riprodurre qualcosa di simile al BOM.BA. Personalmente non so se il BOM.BA sia un esempio ma sono convinto che il nostro successo può dare la carica e la speranza ad altre realtà di costruire qualcosa di bello, nel rispetto della legge e in collaborazione con le Istituzioni. Perché ci sono veramente tanti posti in Italia veramente belli da girare non solo in bici ma molto spesso il tutto si fa un po’ alla “buona” creando spesso spaccature all’interno delle comunità locali.
In ogni caso ci sono realtà che stanno cercando di replicare il nostro modello e falliscono poiché le istituzioni locali per tutta una serie di ragioni non amano questo genere di attività oppure banalmente i proprietari dei terreni, dove magari già passa un sentiero, non vogliono. Ad esempio è capitato ad Aprile che il proprietario di un terreno a Bibele ha voluto chiudere un sentiero che passa dalla sua proprietà, in questi casi si può fare gran poco se non provare a dialogare e fare un contratto in cui “noi” (inteso come gestori della bike area) ci impegniamo a gestire e rassicurare il proprietario sulla responsabilità di eventuali incidenti o danni. Sicuro avere alle spalle le istituzioni e una comunità ti permette di avere molte più possibilità.
In ogni caso realtà come il BOM.BA si possono considerare anche dei “volani” per il turismo?
Assolutamente si, anche perché quando ti trovi a chiacchierare con persone che si sono fatte 3-4 ore di viaggio per venire qui da noi vuol dire “nuova linfa” per le attività commerciali. Ovviamente tutto dipende dai Servizi che si riescono ad offrire e più servizi riesci a garantire più gente arriva. Noi su questo siamo un poco indietro ed essendo una comunità montana bisogna anche lavorare su questo aspetto.
Si può costruire “ovunque” e quando si passa dalla “passione” allo “sfruttamento”?
No. Bisogna conoscere bene le esigenze del territorio, sapere cosa si sta facendo e come quello che noi andiamo a fare impatta sul bosco e sul territorio. Ad esempio quando si crea un sentiero bisogna controllare come l’acqua defluirà e realizzare scoli e “tagli” in modo da evitare che il terreno venga “lavato via”. Allo stesso modo gli alberi sono esseri viventi, quindi bisogna prestare attenzione a non danneggiare eccessivamente le loro radici altrimenti muoiono. Le radici stesse trattengono il terreno e quindi impediscono alla terra di scendere a valle.
Personalmente capisco quando i camminatori ci identificano come sfruttatori perché tra salti, sponde e curve sembra quasi un luna park e ciò può rovinare la naturalezza del luogo. C’è da dire che quando crei o gestisci un sentiero rendi accessibile e ordinato il bosco cercando di limitare il nostro impatto a quel metro/metro e mezzo in cui si passa. Mi fa molto “strano” quando si va e si “spiana” tutto. A dirla tutta mi domando spesso se quando si disbosca si fanno le cose nella maniera corretta anche perché ovviamente la natura non vorrebbe “nessuno”.
Come vedi il futuro della MTB?
Sinceramente lo vedo buono, sempre più giovani appassionati e che si dedicano anche a fare la manutenzione. Ad esempio la Dig ‘N’ Race è stata frequentata da molti ragazzini e attraverso questi eventi arrivano a capire che la MTB e le discipline “gravity” non sono solo divertimento tra salti e impennate ma anche vere e proprie discipline che ti impegnano mentalmente e fisicamente. Oltre a ciò rispetto ad altri sport l’Enduro e il DownHill chiedono una certa cura del territorio.
Noi di Rolling Bears MTB Blog ogni volta che andiamo alla Bologna Montana Bike Area ci sentiamo letteralmente “come a casa”. Un posto magico nell’Appennino Bolognese dove si respira una genuina passione per lo sport della MTB e dove si viene accolti da una comunità cordiale e genuina.
Se volete vedere cosa vuol dire partecipare a un evento della Bologna Montana Bike Area vi rimandiamo a tenervi aggiornati sui loro Social Facebook e Instagram e sul loro Sito.
Intanto vi lasciamo qui sotto un “assaggio” dell’evento Dig ‘N’ Race!
2 commenti su “INTERVISTA AL BOM.BA: BOLOGNA MONTANA BIKE AREA”
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