LE PROTEZIONI PER DIVERTIRSI IN SICUREZZA IN MTB

La mountain bike è un’attività divertente ma talvolta rischiosa. Quindi si dovrebbero sempre usare delle protezioni per divertirsi in sicurezza in MTB. In questo articolo parleremo di cosa indossare per proteggersi durante un’uscita in mountain bike.

mountain biker vestito con protezioni per MTB

LE PROTEZIONI: DIVERTIRSI IN SICUREZZA IN MTB

La mountain bike è un’attività divertente che unisce la bicicletta al fuoristrada. Le discipline gravity poi, come All mountain, Enduro/Freeride e Downhill, sanno offrire una miscela unica di adrenalina e divertimento che attira sempre più curiosi e neofiti sui sentieri e nei bike park. E non si può negare che il fenomeno delle e-MTB, cresciuto a dismisura negli ultimi anni, abbia contribuito ad avvicinare nuovi utenti a questo mondo.

mountain biker su sentiero

mountain biker che salta in bikepark

Se la strada ha insidie a ogni buca, curva o incrocio, off-road non è certo da meno. Scivolate ed errori possono provocare cadute più o meno rovinose.
Si possono riportare ferite come semplici contusioni, piccoli tagli ed escoriazioni ma anche danni più gravi come traumi articolari, fratture e addirittura traumi cranici o lesioni alla colonna.
Poiché il rischio fa parte di questo sport è importante usare le protezioni per divertirsi in sicurezza in MTB
Investire nei dispositivi di protezione individuale è quindi importante tanto quanto investire sulla propria MTB. Inoltre anche la manutenzione del proprio mezzo gioca un ruolo fondamentale nella sicurezza come abbiamo parlato in questo articolo (link qui).

PROTEGGERE LA TESTA: CASCHI PER MTB

La prima cosa da proteggere è sicuramente la testa perché rappresenta una delle parti più delicate del nostro corpo, oltre che la più esposta.
Il casco diviene quindi il dispositivo di sicurezza più importante per ogni ciclista perché protegge la testa da gravi lesioni in caso di caduta o collisione. Quindi assicuratevi di averlo sempre in testa quando montate in sella, e se possibile usatelo anche nei trasferimenti tra una discesa e l’altra per esempio.
Che si tratti di Gravel, Cross Country o Downhill il rischio di cadere e battere la testa è sempre elevato. Indipendentemente dal mezzo, dalla disciplina e dalla preparazione atletica non bisogna mai sottovalutare questo rischio.
Il casco è ciò che può fare una grande differenza quando si cade.
Esistono diversi caschi specifici per la mountain bike  e ora vedremo quali sono.
Bisogna comunque ricordare che
qualsiasi casco si acquista deve avere l’omologazione CE-EN1078.

PROTEGGERE LA TESTA – CASCHI APERTI

I caschi aperti sono i caschi più semplici ed economici da trovare e tendenzialmente ce ne sono tre tipologie: XC, Trail e Jet. Tutti e tre possono essere dotato di cinturini con fibbia a scatto o Fidlock per rendere molto facile la regolazione e l’aggancio/sgancio.
Le differenze non sono molte ad eccezione del peso, del grado di protezione e della presenza o meno del visierino.
Se i caschi da XC sono votati alla leggerezza e sono parenti molto stretti di quelli da strada (caschi molto versatili e impiegati per praticare sia XCO che Marathon) garantendo in più “solo” maggior protezione della nuca e una migliore ventilazione, per il casco da Trail e e Jet i discorsi cambiano.

Il trail riding, che si pratica su sentieri con un grado di difficoltà massimo S3, richiede un casco che sia si leggero e ben ventilato come un casco da XC ma che al contempo abbia la visiera.
La visiera è un accessorio “ereditato” dai caschi da off road usati sulle moto e una funzione: proteggere gli occhi da eventuali rami e ridurre la quantità di fango e detriti che possono piovere durante la guida.
Per maggiori informazioni ovviamente vi lasciamo il link alla recensione del casco Bontrager Quantum MIPS, un casco trail molto versatile e interessante.
Quando invece il livello tecnico del sentiero aumenta (ma le velocità restano basse), anche la richiesta di protezione aumenta e in questo caso è preferibile un casco aperto “Jet”.
Questa tipologia di casco ricalca in tutto e per tutto ciò che viene utilizzato sulle moto da trial: visiera per fango, rami e detriti, copertura della nuca e delle tempie avvolgente che arriva fin sotto l’orecchio.
Ovviamente la ventilazione è superiore rispetto ai cugini da moto e restano un’alternativa interessante per chi fa All Mountain su sentieri molto tecnici e lenti e Bike trial dove è importante avere un ottimo compromesso tra agilità, visuale e protezione.

bontrager quantum mips casco mtb trek
Mountain biker che guida su un sentiero con il casco jet

Il lato negativo di questi prodotti è che lasciano il viso esposto e quindi non proteggono il terzo inferiore del volto come farebbe un casco integrale (full face).
Per questo motivo non sono indicati per attività con maggiori velocità in gioco come l’Enduro e il Downhill.

PROTEGGERE LA TESTA – CASCHI INTEGRALI: FULL FACE E MODULARI

Quando si parla di proteggere la testa la miglior protezione la si ottiene sicuramente dai caschi integrali perché dotati di mentoniera a protezione del viso.
La loro utilità deriva dal fatto che non è raro che durante una caduta una delle parti del corpo spesso più esposte sia proprio il volto.
Fin dagli albori del Downhill si sono utilizzati caschi integrali. Negli anni ’90 era comune vedere gente scatenarsi in discesa con abbinamenti molto bizzarri: tuta il lycra, ginocchiere di varia provenienza e casco integrale da motocross.
I caschi da Downhill per certi versi sono ancora molto vicini ai caschi da moto: spesso dotati di cinturino con
chiusura Double D (la più semplice e sicura) o con FidLock (molto comoda e robusta) e caratterizzati da ventilazione relativamente ridotta e un peso attorno al chilo.
Tali caratteristiche hanno reso questi caschi molto difficili da usare nei giri pedalati e solo qualche Freerider o chi si affidava alle furgonate usava questi caschi al di fuori del Bike Park.

MTB enduro downhill caschi protezioni o'neal fury DH cross country trail ride all mountain
O’NEAL FURY, un casco integrale concepito per il DH.

Con l’avvento delle competizioni in Enduro e la crescente attenzione alle esigenze di chi pratica discipline “gravity”, sono stati sviluppati caschi più leggeri, areati. Questi caschi, seppur con certi limiti, sono più adatti a pedalare. Inoltre questo tipo di caschi in alcuni casi riescono a raggiungere addirittura lo standard di omologazione ASTM F1952:15 dei caschi da Downhill. Altri modelli invece, per via del peso ridotto a favore della ventilazione, non possiedono una struttura in grado di soddisfare i requisiti.

O'NEAL protezioni casco D3O O'NEAL FURY FOX FOX PROFRAME FOX SPEEDFRAME TROY LEE DESIGN STAGE ALPINESTARS ACERBIS BODY ARMOUR 100%

Inoltre sempre più case stanno investendo nello sviluppo dei così detti “modulari”.
Si tratta di caschi a cui è possibile rimuovere la mentoniera ottenendo così i vantaggi di un casco aperto ma anche quelli di un full face con una protezione superiore. Quindi sono caschi polivalenti.
Come per i modulari da moto ovviamente si ha un casco più complesso e che “sacrifica” parte dell’integrità strutturale in nome di una maggiore versatilità. Inoltre, a differenza di un full face vero, i caschi modulari presentano il classico cinturino a Y tipico dei caschi trail e Jet, risultando quindi più un “ibrido” tra un casco aperto e un casco integrale. Per tale motivo conviene prestare veramente molta attenzione alla calzata del casco.
Anche in questo caso esistono prodotti che riescono a soddisfare lo standard 
ASTM F1952:15.

casco integrale Leatt Enduro 2.0 con mentoniera separata
Leatt Enduro 2.O, un casco integrale modulare leggero dotato di una buona ventilazione e una mentoniera removibile


Entrambe le soluzioni (full face leggero e modulare) trovano molti consensi nell’ambito dell’All Mountain e dell’Enduro, discipline in cui è richiesto un prodotto che sia leggero, traspirante e indossabile anche mentre si pedala.

CASCHI E NUOVE TECNOLOGIE

Tutti i caschi di nuova concezione spesso non mancano di tecnologie come le fibbie magnetiche Fidlock e sistemi di protezione aggiuntivi come MIPS o il 360° Turbine di Leatt (per citare due esempi già visti in alcune foto di questo articolo).
La chiusura FidLock non è altro che una chiusura magnetica che offre la semplicità e la facilità di gestione di una classica fibbia a scatto con un grado di tenuta paragonabile a una Double D.
Tecnologie come MIPS, 360° Turbine, Koroyd, WaveCell e molti altre si pongono l’obbiettivo di ridurre il rischio di traumi cerebrali causati da impatti rotazionali. Per saperne di più ecco il link all’articolo dedicato al 
MIPS.

DIVERSE TIPOLOGIE DI MIPS Il marchio MIPS attualmente mette a disposizione diverse tipologie del loro sistema di sicurezza: - MIPS ESSENTIAL CORE: si tratta della soluzione più "economica" composta dallo strato a basso coefficiente di attrito e dai lacci di fissaggio elastici. - MIPS EVOLVE CORE: E' attualmente la soluzione più diffusa che presenta un design simile al Essential Core ma con ventilazione ed ergonomia migliorate. - MIPS AIR NODE: è il più leggero dei sistemi attualmente in produzione ed è stato sviluppato per offrire le caratteristiche di MIPS senza avere aggravi di peso considerevoli. E' la soluzione più diffusa sui caschi da bici da corsa. - MIPS INTEGRA: Si tratta di una "famiglia di prodotti" progettati per essere completamente integrati all'interno del casco o all'interno della calotta (Integra, Integra Split e Integra Fuse) o dell'imbottitura (Integra TX). Queste soluzioni sono quelle più difficili da trovare sul mercato ma che offrono anche la migliore ergonomia poiché permettono al produttore di lavorare con maggior libertà sulle imbottiture del casco. MIPS TI PUÒ SALVARE LA VITA, LO DICE LA SCIENZA Esistono diversi studi che hanno dimostrato che MIPS può essere efficace nel ridurre le lesioni cerebrali causate da impatti rotazionali. In particolare, questa ricerca (qui trovate il link alla pubblicazione su PubMed) che ha preso a campione 1658 ciclisti coinvolti in incidenti stradali ha evidenziato come il rischio di subire lesioni cerebrali fosse inferiore del 40% rispetto a chi indossava un casco non dotato di MIPS. Un altro studio (qui il link alla pubblicazione su PubMed), incentrato invece sugli incidenti che avvengono sulle piste da sci, ha evidenziato come il rischio di danni da traumi cerebrali di tipo rotazionale venga ridotto del 35% e il sistema non aumenti il rischio per altre tipologie di traumi. Queste ricerche sono solo degli esempi e un'altra prova importante della qualità e dell'efficacia di MIPS risiede anche nella scelta da parte di centinaia di marchi di applicare questa tecnologia a molti dei loro caschi in tantissime discipline e in moltissimi DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) utilizzati in ambienti di lavoro pericolosi. QUALI SONO GLI SVANTAGGI DI MIPS? I caschi dotati di tecnologia MIPS hanno davvero pochi svantaggi, legati principalmente a una potenziale minore traspirazione del casco e a un aggravio di peso di pochi grammi. Per quanto riguarda il costo invece, un casco MIPS può costare fino a 100 euro in più rispetto a un casco normale ma niente paura! Infatti attualmente il mercato offre una vasta scelta di marchi e modelli che adottano questa tecnologia che quindi può essere acquistata a cifre intorno ai 100 euro come nel caso del Bontrager Quantum Mips. MIPS: LA TECNOLOGIA CHE TI PUO’ SALVARE LA VITA bontrager quantum mips UN ESEMPIO DI TECNOLOGIA ALTERNATIVA A MIPS: LEATT TURBINE 360° La tecnologia Turbine 360° sviluppata dal marchio sudafricano si basa sullo stesso principio di proteggere la testa dai danni causati dalla rotazione. Per ottenere ciò, la tecnologia Turbine si affida a dei particolari cuscinetti (dette “turbine”) realizzate in Armourgel. Questo polimero non-newtoniano ha la tendenza ad ammorbidirsi all’impatto assorbendo così parte dell’energia cinetica. Allo stesso tempo essendo morbido permette sia la rotazione che lo spostamento controllato della testa all’interno del casco. Poiché vari studi scientifici hanno dimostrato un'efficacia paragonabile a MIPS, anche Turbine 360° è a tutti gli effetti un'alternativa altrettanto valida. Inoltre essendo il sistema costituito da semplici punti di contatto risulta leggermente più traspirante rispetto a MIPS con un peso del tutto analogo. L’unico vero svantaggio del sistema Turbine 360° di Leatt rispetto a MIPS è solamente legato al fatto che trattandosi di un sistema proprietario, attualmente è disponibile solo sui modelli prodotti dal marchio sudafricano e quindi non condivisibile su altri.
bontrager quantum mips

MIPS è l’acronimo di Multi-directional Impact Protection System, un sistema di protezione del cranio che riduce gli impatti rotazionali

LE PROTEZIONI PER DIVERTIRSI IN SICUREZZA IN MTB PROTEGGENDO IL CORE

Al di fuori dell’XC, dove la prestazione durante la pedalata è fondamentale, bisogna sempre usare le protezioni se vogliamo divertirci in sicurezza in MTB.
Specialmente quando si gira in bike park è indispensabile proteggere le gambe con delle ginocchiere e la parte superiore con para schiena e gomitiere.
Nelle gare di Enduro e nell’All-mountain le protezioni sono più a discrezione del rider ma almeno un para schiena è sempre consigliato visto il grado tecnico e le velocità che si raggiungono.
Quando invece si affrontano sentieri semplici e si fa trail riding avere delle ginocchiere può non solo salvarci da qualche piccola contusione ma anche evitare di tornare a casa con le tibie massacrate dai rami presenti a bordo dei sentieri più stretti.

DUE TIPOLOGIE DI PROTEZIONE: SOFT & HARD 

Attualmente che le protezioni siano armature, ginocchiere o gomitiere queste si dividono in due grandi macro famiglie: Soft e Hard.

Protezioni soft

Si tratta di protezioni dotate di pads morbidi che favoriscono il movimento grazie all’ergonomia. Sono le protezioni di “ultima generazione” e offrono un ottimo compromesso tra traspirabilità, protezione e comfort. Si possono trovare in un ampio range di fasce di prezzo e il loro unico “limite” dipende dall’usura. Infatti questo tipo di protezione è spesso associato a tessuti elastici e retine per favorire la calzata e rendere la protezione aderente ben fissata al corpo. Questi tessuti sono però facilmente soggetti a lacerazioni e col tempo tendono a slabbrarsi.
I pads sono
quasi tutti in materiali non-newtoniani (spesso dei foam a base di poliuretano) che si induriscono al momento dell’impatto. Tra i tanti usati il più famoso è sicuramente il D3O.
 
pad di una ginocchiera in D30
Il D30 è un materiale morbido al tatto che se sottoposto ad un impatto è in grado di indurirsi istantaneamente cambiando viscosità.

Protezioni hard

Sono state le prime ad essere state sviluppate e sono tutt’ora tra le più diffuse. Si tratta di protezioni composte da un guscio di plastica rigida e un’imbottitura per renderla più comoda da portare. I vantaggi di queste protezioni risiedono principalmente nel costo (esistono protezioni economiche che possono essere un ottimo primo tecnico e protezioni molto costose e valide) e nel fatto che, avendo solo degli strap e degli elastici per tenerle saldamente al corpo, si usurano e rompono con molta meno facilità.
Normalmente essendo gusci rigidi la loro traspirazione è un po’ ridotta ma esistono protezioni rigide studiate per essere traspiranti e comode anche da pedalare.
Un classico esempio di ginocchiera rigida

GRADO DI PROTEZIONE: LIVELLO 1 O LIVELLO 2?

Molto spesso quando si guarda alle protezioni si legge uno standard di omologazione UNI EN1621.
Questo standard di omologazione si declina a seconda delle protezioni studiate, quindi i valori cambiano a seconda che si tratti di un para schiena, di una pettorina o di ginocchiere e gomitiere.
In ogni caso il test è il medesimo e ciò che varia è la quantità di energia trasmessa dall’impatto alla protezione in test.
Il test si svolge utilizzando un impattatore appuntito di tipo kerbstone e va ripetuto più volte.
Qualsiasi sia la protezione, ovviamente, non deve muoversi dall’area di utilizzo e il test, a prescindere della protezione, prevede impatti da 50J.
schema che spiega la capacità di una protezione di assorbire una forza
Questo schema rappresenta i valori di energia residua che una protezione come una gomitiera o una ginocchiera deve restituire a seconda dei livelli.
Quando si parla di protezione di Livello 1 si intende una protezione che, subendo una forza di 50J, restituisce un’energia residua inferiore a 35kN nel caso di protezioni come gomitiere e ginocchiere, e inferiore a 18kN nel caso dei para schiena (per quest’ultima protezione nessun impatto singolo deve trasmettere più di 24kN).
Invece quando si parla di Livello 2 si intende una protezione che, ad un impatto di 50J, restituisce una energia residua inferiore a 20kN nel caso di protezioni come gomitiere e ginocchiere e inferiore a 9 kN nel caso dei para schiena (quest’ultima protezione non deve trasmettere più di 12kN sugli impatti singoli).
 

PETTORINE vs. BODY ARMOUR: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Quando si parla di protezione della parte superiore del corpo la prima cosa da guardare è la protezione della schiena.
Un trauma alla colonna vertebrale può avere gravissime conseguenze e, dato che comunque si fa uno sport in cui l’imprevisto è dietro l’angolo, è bene cercare di proteggerla al meglio.
Esistono varie tipologie di protezioni per ogni fascia di prezzo e utilizzo, dalle body armour che in un’unica protezione uniscono tutto ciò che serve per proteggere braccia, schiena, spalle e petto alle pettorine e agli intramontabili para schiena.
Preferire una protezione completa o affidarsi a protezioni divise è una scelta che ogni rider che frequenti bike park (o che ne abbia l’intenzione) prima o poi sarà costretto a fare.
Attualmente in commercio esistono prodotti come le soft body armour che garantiscono un ottimo compromesso tra mobilità, traspirabilità e peso contenuto e che quindi possono adattarsi molto bene a chi pratica All mountain e E-MTB.
Le protezioni singole permettono di avere molta versatilità permettendo di scegliere quale protezione portarsi dietro a seconda del percorso e delle necessità. In un giro molto pedalato e su un percorso trail semplice o in un allenamento da XC magari portarsi un para schiena può risultare scomodo, ingombrante e poco traspirante mentre una coppia di gomitiere e di ginocchiere possono offrire un pò più di protezione e sicurezza. Allo stesso modo quando si gira in bike park  si può aggiungere il para schiena e la pettorina per avere il massimo della protezione.
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Esempi di body armour, in questo caso sarebbero delle protezioni da moto ma Acerbis stessa usa la stessa concezione di body armour sia per il motocross che per la MTB con omologazioni differenti.

O'NEAL protezioni casco D3O O'NEAL FURY FOX FOX PROFRAME FOX SPEEDFRAME TROY LEE DESIGN STAGE ALPINESTARS ACERBIS BODY ARMOUR 100%
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Paraschiena e pettorina rigida sono un ottimo primo tecnico, in questo caso una Fox Raceframe che Fox stessa impiega sia per MX che per MTB, giusto per rimarcare la vicinanza tra questi due mondi.

LO ZAINO CON PARASCHIENA, PARLIAMONE

Alcuni modelli di zaino concepiti per l’All Mountain/Enduro/Freeride come USWE Flow 16 Protector possono essere già dotati di un inserto para schiena nello schienale evitando così al rider di dover indossare una maglia protettiva per proteggere la schiena. Anche in questo caso, l’utilizzo di una protezione di tipo soft come la SAS-tech permette di ottenere un paraschiena leggero e morbido.

USWE FLOW 16L MTB PROTECTOR
USWE FLOW 16L MTB PROTECTOR

Tuttavia affidare a uno zaino la protezione della propria schiena solleva delle incognite principalmente dovute al fitting del prodotto stesso e di come lo si indossa

Ad ogni modo ricordate che nonostante possano risultare scomode e fastidiose da indossare, le protezioni del busto giocano un ruolo fondamentale in termini di sicurezza quando si cade rovinosamente.

ginocchiere e gomitiere

Quando si tratta di proteggere gli arti le uniche opzioni sono ginocchiere e gomitiere.
Queste protezioni non impediscono i traumi articolari ma riducono la possibilità di avere contusioni ed ematomi. Durante la guida braccia e gambe sono maggiormente esposte ad urtare rami e sassi, inoltre in un’eventuale caduta la prima cosa che si cerca di fare è quella di proteggersi e per questa ragione gomiti e ginocchia sono molto spesso le prime parti del corpo a impattare al suolo.
Esistono varie tipologie di protezioni e nell’ambito All Mountain praticamente tutti i produttori di protezioni hanno una linea Soft e una linea Hard con varie fasce di prezzo.

 

O'NEAL protezioni casco D3O O'NEAL FURY FOX FOX PROFRAME FOX SPEEDFRAME TROY LEE DESIGN STAGE ALPINESTARS ACERBIS BODY ARMOUR 100%
O'NEAL protezioni casco D3O O'NEAL FURY FOX FOX PROFRAME FOX SPEEDFRAME TROY LEE DESIGN STAGE ALPINESTARS ACERBIS BODY ARMOUR 100%

Decathlon di recente ha lanciato una linea di abbigliameto MTB con un ottimo rapporto qualità/prezzo. In questo caso le ginocchiere FEEL D_STRONG offrono una protezione in D3O con una discreta protezione della tibia.

GUANTI: MOLTO PIU’ CHE UNA SEMPLICE PROTEZIONE PER LE MANI

Perché la maggior parte dei rider usano i guanti? I guanti sono un’importante punto di contatto con la bicicletta. Essi non si limitano a proteggere le mani da escoriazioni in caso di caduta e sfregamenti della pelle con la manopola stessa, ma contribuiscono anche a mantenere una presa salda sul manubrio, specialmente in condizioni di meteo avverse, riducendo così il rischio di perdere il controllo della bicicletta.

mountain biker che mostra i guanti da MTB per divertirsi in sicurezza

Esistono modelli di guanti leggeri e modelli di guanti con inserti protettivi a schermatura del dorso, delle nocche e delle falangi più esposte. Per le discipline gravity talvolta i guanti utilizzati sono praticamente gli stessi che si usano nel motocross per design e materiali.

guanti da motocross con protezioni in silicone

PROTEGGere SEMPRE gli OCCHI: LA MASCHERA

se non ci vedi non guidi“. Nelle discipline in fuoristrada per proteggere gli occhi si usano mascherine da moto con lenti in policarbonato che sono più sicure in caso di urto. Le mascherine coprono integralmente i nostri delicatissimi occhi da diversi elementi pericolosi: detriti sollevati durante la guida (polvere, fango) ma anche aria, insetti e rami sporgenti sul percorso. Inoltre offrono una visibilità molto buona e sono molto pratiche da indossare con il casco.

mountain biker che mostra una mascherina da motocross per divertirsi in sicurezza in discesa

Si consigliano lenti di categoria 0 o 1 perché quando si guida nei boschi, a causa dell’ombra prodotta dalla vegetazione, alcuni ostacoli saranno meno distinguibili.

SCARPE: IL PUNTO DI CONTATTO CHE FA LA DIFFERENZA

In mountainbike, specialmente quando si affrontano discese su sentieri naturali è importante avere delle scarpe adatte a prevenire infortuni derivanti dalla collisione della punta con rocce. Le scarpe per utilizzo enduro/freeride tendono ad avere dei rinforzi in punta e talvolta anche nella zona del malleolo. Utilizzare delle comuni sneakers può rivelarsi sia spiacevole perchè si ha meno controllo che pericoloso.

mountain biker che indossano delle ginocchiere

Anche le calzature, come i guanti, rappresentano un punto di contatto fondamentale con la bici. Se si utilizzano pedali flat è consigliato utilizzare scarpe con una suola in grado di aggrappare sui pin dei propri pedali. Tale problema invece non si pone nel caso si utilizzino scarpe clipless. Per saperne di più vi rimandiamo a questa guida per la scelta delle scarpe (link qui)
Tempo fa abbiamo realizzato una piccola guida per la scelta dei pedali MTB, se avete piacere potete consultarla in modo da caprie quale pedale fa per voi (link qui). 

scarpa per pedali flat e scarpa per pedali clipless in primo piano

CONCLUSIONE

La mountain bike è uno sport emozionante, ma richiede anche la giusta attrezzatura protettiva. Investendo in alcune protezioni fondamentali potrai goderti i sentieri mantenendo la sicurezza al primo posto.

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