La mountain bike è un’attività divertente ma talvolta rischiosa. Quindi si dovrebbero sempre usare delle protezioni per divertirsi in sicurezza in MTB. In questo articolo parleremo di cosa indossare per proteggersi durante un’uscita in mountain bike.
LE PROTEZIONI: DIVERTIRSI IN SICUREZZA IN MTB
La mountain bike è un’attività divertente che unisce la bicicletta al fuoristrada. Le discipline gravity poi, come All mountain, Enduro/Freeride e Downhill, sanno offrire una miscela unica di adrenalina e divertimento che attira sempre più curiosi e neofiti sui sentieri e nei bike park. E non si può negare che il fenomeno delle e-MTB, cresciuto a dismisura negli ultimi anni, abbia contribuito ad avvicinare nuovi utenti a questo mondo.
Se la strada ha insidie a ogni buca, curva o incrocio, off-road non è certo da meno. Scivolate ed errori possono provocare cadute più o meno rovinose.
Si possono riportare ferite come semplici contusioni, piccoli tagli ed escoriazioni ma anche danni più gravi come traumi articolari, fratture e addirittura traumi cranici o lesioni alla colonna.
Poiché il rischio fa parte di questo sport è importante usare le protezioni per divertirsi in sicurezza in MTB.
Investire nei dispositivi di protezione individuale è quindi importante tanto quanto investire sulla propria MTB. Inoltre anche la manutenzione del proprio mezzo gioca un ruolo fondamentale nella sicurezza come abbiamo parlato in questo articolo (link qui).
PROTEGGERE LA TESTA: CASCHI PER MTB
La prima cosa da proteggere è sicuramente la testa perché rappresenta una delle parti più delicate del nostro corpo, oltre che la più esposta.
Il casco diviene quindi il dispositivo di sicurezza più importante per ogni ciclista perché protegge la testa da gravi lesioni in caso di caduta o collisione. Quindi assicuratevi di averlo sempre in testa quando montate in sella, e se possibile usatelo anche nei trasferimenti tra una discesa e l’altra per esempio.
Che si tratti di Gravel, Cross Country o Downhill il rischio di cadere e battere la testa è sempre elevato. Indipendentemente dal mezzo, dalla disciplina e dalla preparazione atletica non bisogna mai sottovalutare questo rischio.
Il casco è ciò che può fare una grande differenza quando si cade. Esistono diversi caschi specifici per la mountain bike e ora vedremo quali sono.
Bisogna comunque ricordare che qualsiasi casco si acquista deve avere l’omologazione CE-EN1078.
PROTEGGERE LA TESTA – CASCHI APERTI
Le differenze non sono molte ad eccezione del peso, del grado di protezione e della presenza o meno del visierino.
Se i caschi da XC sono votati alla leggerezza e sono parenti molto stretti di quelli da strada (caschi molto versatili e impiegati per praticare sia XCO che Marathon) garantendo in più “solo” maggior protezione della nuca e una migliore ventilazione, per il casco da Trail e e Jet i discorsi cambiano.
Il trail riding, che si pratica su sentieri con un grado di difficoltà massimo S3, richiede un casco che sia si leggero e ben ventilato come un casco da XC ma che al contempo abbia la visiera.
La visiera è un accessorio “ereditato” dai caschi da off road usati sulle moto e una funzione: proteggere gli occhi da eventuali rami e ridurre la quantità di fango e detriti che possono piovere durante la guida.
Per maggiori informazioni ovviamente vi lasciamo il link alla recensione del casco Bontrager Quantum MIPS, un casco trail molto versatile e interessante.
Quando invece il livello tecnico del sentiero aumenta (ma le velocità restano basse), anche la richiesta di protezione aumenta e in questo caso è preferibile un casco aperto “Jet”.
Questa tipologia di casco ricalca in tutto e per tutto ciò che viene utilizzato sulle moto da trial: visiera per fango, rami e detriti, copertura della nuca e delle tempie avvolgente che arriva fin sotto l’orecchio.
Ovviamente la ventilazione è superiore rispetto ai cugini da moto e restano un’alternativa interessante per chi fa All Mountain su sentieri molto tecnici e lenti e Bike trial dove è importante avere un ottimo compromesso tra agilità, visuale e protezione.
Il lato negativo di questi prodotti è che lasciano il viso esposto e quindi non proteggono il terzo inferiore del volto come farebbe un casco integrale (full face).
Per questo motivo non sono indicati per attività con maggiori velocità in gioco come l’Enduro e il Downhill.
PROTEGGERE LA TESTA – CASCHI INTEGRALI: FULL FACE E MODULARI
Quando si parla di proteggere la testa la miglior protezione la si ottiene sicuramente dai caschi integrali perché dotati di mentoniera a protezione del viso.
La loro utilità deriva dal fatto che non è raro che durante una caduta una delle parti del corpo spesso più esposte sia proprio il volto.
Fin dagli albori del Downhill si sono utilizzati caschi integrali. Negli anni ’90 era comune vedere gente scatenarsi in discesa con abbinamenti molto bizzarri: tuta il lycra, ginocchiere di varia provenienza e casco integrale da motocross.
I caschi da Downhill per certi versi sono ancora molto vicini ai caschi da moto: spesso dotati di cinturino con chiusura Double D (la più semplice e sicura) o con FidLock (molto comoda e robusta) e caratterizzati da ventilazione relativamente ridotta e un peso attorno al chilo.
Tali caratteristiche hanno reso questi caschi molto difficili da usare nei giri pedalati e solo qualche Freerider o chi si affidava alle furgonate usava questi caschi al di fuori del Bike Park.
Con l’avvento delle competizioni in Enduro e la crescente attenzione alle esigenze di chi pratica discipline “gravity”, sono stati sviluppati caschi più leggeri, areati. Questi caschi, seppur con certi limiti, sono più adatti a pedalare. Inoltre questo tipo di caschi in alcuni casi riescono a raggiungere addirittura lo standard di omologazione ASTM F1952:15 dei caschi da Downhill. Altri modelli invece, per via del peso ridotto a favore della ventilazione, non possiedono una struttura in grado di soddisfare i requisiti.
Inoltre sempre più case stanno investendo nello sviluppo dei così detti “modulari”.
Si tratta di caschi a cui è possibile rimuovere la mentoniera ottenendo così i vantaggi di un casco aperto ma anche quelli di un full face con una protezione superiore. Quindi sono caschi polivalenti.
Come per i modulari da moto ovviamente si ha un casco più complesso e che “sacrifica” parte dell’integrità strutturale in nome di una maggiore versatilità. Inoltre, a differenza di un full face vero, i caschi modulari presentano il classico cinturino a Y tipico dei caschi trail e Jet, risultando quindi più un “ibrido” tra un casco aperto e un casco integrale. Per tale motivo conviene prestare veramente molta attenzione alla calzata del casco.
Anche in questo caso esistono prodotti che riescono a soddisfare lo standard ASTM F1952:15.
Entrambe le soluzioni (full face leggero e modulare) trovano molti consensi nell’ambito dell’All Mountain e dell’Enduro, discipline in cui è richiesto un prodotto che sia leggero, traspirante e indossabile anche mentre si pedala.
CASCHI E NUOVE TECNOLOGIE
Tutti i caschi di nuova concezione spesso non mancano di tecnologie come le fibbie magnetiche Fidlock e sistemi di protezione aggiuntivi come MIPS o il 360° Turbine di Leatt (per citare due esempi già visti in alcune foto di questo articolo).
La chiusura FidLock non è altro che una chiusura magnetica che offre la semplicità e la facilità di gestione di una classica fibbia a scatto con un grado di tenuta paragonabile a una Double D.
Tecnologie come MIPS, 360° Turbine, Koroyd, WaveCell e molti altre si pongono l’obbiettivo di ridurre il rischio di traumi cerebrali causati da impatti rotazionali. Per saperne di più ecco il link all’articolo dedicato al MIPS.
MIPS è l’acronimo di Multi-directional Impact Protection System, un sistema di protezione del cranio che riduce gli impatti rotazionali
LE PROTEZIONI PER DIVERTIRSI IN SICUREZZA IN MTB PROTEGGENDO IL CORE
Al di fuori dell’XC, dove la prestazione durante la pedalata è fondamentale, bisogna sempre usare le protezioni se vogliamo divertirci in sicurezza in MTB.
Specialmente quando si gira in bike park è indispensabile proteggere le gambe con delle ginocchiere e la parte superiore con para schiena e gomitiere.
Nelle gare di Enduro e nell’All-mountain le protezioni sono più a discrezione del rider ma almeno un para schiena è sempre consigliato visto il grado tecnico e le velocità che si raggiungono.
Quando invece si affrontano sentieri semplici e si fa trail riding avere delle ginocchiere può non solo salvarci da qualche piccola contusione ma anche evitare di tornare a casa con le tibie massacrate dai rami presenti a bordo dei sentieri più stretti.
DUE TIPOLOGIE DI PROTEZIONE: SOFT & HARD
Attualmente che le protezioni siano armature, ginocchiere o gomitiere queste si dividono in due grandi macro famiglie: Soft e Hard.
Protezioni soft
I pads sono quasi tutti in materiali non-newtoniani (spesso dei foam a base di poliuretano) che si induriscono al momento dell’impatto. Tra i tanti usati il più famoso è sicuramente il D3O.
Protezioni hard
Normalmente essendo gusci rigidi la loro traspirazione è un po’ ridotta ma esistono protezioni rigide studiate per essere traspiranti e comode anche da pedalare.
GRADO DI PROTEZIONE: LIVELLO 1 O LIVELLO 2?
Questo standard di omologazione si declina a seconda delle protezioni studiate, quindi i valori cambiano a seconda che si tratti di un para schiena, di una pettorina o di ginocchiere e gomitiere.
In ogni caso il test è il medesimo e ciò che varia è la quantità di energia trasmessa dall’impatto alla protezione in test.
Il test si svolge utilizzando un impattatore appuntito di tipo kerbstone e va ripetuto più volte.
Qualsiasi sia la protezione, ovviamente, non deve muoversi dall’area di utilizzo e il test, a prescindere della protezione, prevede impatti da 50J.
Invece quando si parla di Livello 2 si intende una protezione che, ad un impatto di 50J, restituisce una energia residua inferiore a 20kN nel caso di protezioni come gomitiere e ginocchiere e inferiore a 9 kN nel caso dei para schiena (quest’ultima protezione non deve trasmettere più di 12kN sugli impatti singoli).
PETTORINE vs. BODY ARMOUR: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
Un trauma alla colonna vertebrale può avere gravissime conseguenze e, dato che comunque si fa uno sport in cui l’imprevisto è dietro l’angolo, è bene cercare di proteggerla al meglio.
Esistono varie tipologie di protezioni per ogni fascia di prezzo e utilizzo, dalle body armour che in un’unica protezione uniscono tutto ciò che serve per proteggere braccia, schiena, spalle e petto alle pettorine e agli intramontabili para schiena.
Attualmente in commercio esistono prodotti come le soft body armour che garantiscono un ottimo compromesso tra mobilità, traspirabilità e peso contenuto e che quindi possono adattarsi molto bene a chi pratica All mountain e E-MTB.
Le protezioni singole permettono di avere molta versatilità permettendo di scegliere quale protezione portarsi dietro a seconda del percorso e delle necessità. In un giro molto pedalato e su un percorso trail semplice o in un allenamento da XC magari portarsi un para schiena può risultare scomodo, ingombrante e poco traspirante mentre una coppia di gomitiere e di ginocchiere possono offrire un pò più di protezione e sicurezza. Allo stesso modo quando si gira in bike park si può aggiungere il para schiena e la pettorina per avere il massimo della protezione.
Esempi di body armour, in questo caso sarebbero delle protezioni da moto ma Acerbis stessa usa la stessa concezione di body armour sia per il motocross che per la MTB con omologazioni differenti.
Paraschiena e pettorina rigida sono un ottimo primo tecnico, in questo caso una Fox Raceframe che Fox stessa impiega sia per MX che per MTB, giusto per rimarcare la vicinanza tra questi due mondi.
LO ZAINO CON PARASCHIENA, PARLIAMONE
Alcuni modelli di zaino concepiti per l’All Mountain/Enduro/Freeride come USWE Flow 16 Protector possono essere già dotati di un inserto para schiena nello schienale evitando così al rider di dover indossare una maglia protettiva per proteggere la schiena. Anche in questo caso, l’utilizzo di una protezione di tipo soft come la SAS-tech permette di ottenere un paraschiena leggero e morbido.
Tuttavia affidare a uno zaino la protezione della propria schiena solleva delle incognite principalmente dovute al fitting del prodotto stesso e di come lo si indossa.
Ad ogni modo ricordate che nonostante possano risultare scomode e fastidiose da indossare, le protezioni del busto giocano un ruolo fondamentale in termini di sicurezza quando si cade rovinosamente.
ginocchiere e gomitiere
Queste protezioni non impediscono i traumi articolari ma riducono la possibilità di avere contusioni ed ematomi. Durante la guida braccia e gambe sono maggiormente esposte ad urtare rami e sassi, inoltre in un’eventuale caduta la prima cosa che si cerca di fare è quella di proteggersi e per questa ragione gomiti e ginocchia sono molto spesso le prime parti del corpo a impattare al suolo.
Esistono varie tipologie di protezioni e nell’ambito All Mountain praticamente tutti i produttori di protezioni hanno una linea Soft e una linea Hard con varie fasce di prezzo.
Decathlon di recente ha lanciato una linea di abbigliameto MTB con un ottimo rapporto qualità/prezzo. In questo caso le ginocchiere FEEL D_STRONG offrono una protezione in D3O con una discreta protezione della tibia.
GUANTI: MOLTO PIU’ CHE UNA SEMPLICE PROTEZIONE PER LE MANI
Perché la maggior parte dei rider usano i guanti? I guanti sono un’importante punto di contatto con la bicicletta. Essi non si limitano a proteggere le mani da escoriazioni in caso di caduta e sfregamenti della pelle con la manopola stessa, ma contribuiscono anche a mantenere una presa salda sul manubrio, specialmente in condizioni di meteo avverse, riducendo così il rischio di perdere il controllo della bicicletta.
Esistono modelli di guanti leggeri e modelli di guanti con inserti protettivi a schermatura del dorso, delle nocche e delle falangi più esposte. Per le discipline gravity talvolta i guanti utilizzati sono praticamente gli stessi che si usano nel motocross per design e materiali.
PROTEGGere SEMPRE gli OCCHI: LA MASCHERA
“se non ci vedi non guidi“. Nelle discipline in fuoristrada per proteggere gli occhi si usano mascherine da moto con lenti in policarbonato che sono più sicure in caso di urto. Le mascherine coprono integralmente i nostri delicatissimi occhi da diversi elementi pericolosi: detriti sollevati durante la guida (polvere, fango) ma anche aria, insetti e rami sporgenti sul percorso. Inoltre offrono una visibilità molto buona e sono molto pratiche da indossare con il casco.
Si consigliano lenti di categoria 0 o 1 perché quando si guida nei boschi, a causa dell’ombra prodotta dalla vegetazione, alcuni ostacoli saranno meno distinguibili.
SCARPE: IL PUNTO DI CONTATTO CHE FA LA DIFFERENZA
In mountainbike, specialmente quando si affrontano discese su sentieri naturali è importante avere delle scarpe adatte a prevenire infortuni derivanti dalla collisione della punta con rocce. Le scarpe per utilizzo enduro/freeride tendono ad avere dei rinforzi in punta e talvolta anche nella zona del malleolo. Utilizzare delle comuni sneakers può rivelarsi sia spiacevole perchè si ha meno controllo che pericoloso.
Anche le calzature, come i guanti, rappresentano un punto di contatto fondamentale con la bici. Se si utilizzano pedali flat è consigliato utilizzare scarpe con una suola in grado di aggrappare sui pin dei propri pedali. Tale problema invece non si pone nel caso si utilizzino scarpe clipless. Per saperne di più vi rimandiamo a questa guida per la scelta delle scarpe (link qui)
Tempo fa abbiamo realizzato una piccola guida per la scelta dei pedali MTB, se avete piacere potete consultarla in modo da caprie quale pedale fa per voi (link qui).
CONCLUSIONE
La mountain bike è uno sport emozionante, ma richiede anche la giusta attrezzatura protettiva. Investendo in alcune protezioni fondamentali potrai goderti i sentieri mantenendo la sicurezza al primo posto.